Quando la maternità diventa difficile

Infertilità

“La realtà non è ciò che ci accade, ma ciò che noi facciamo con quello che ci accade” (Aldous Huxley)

In altre parole nella vita raramente le cose vanno come vorremmo, il che ci mette costantemente di fronte ad una scelta: arrabbiarci e disperarci ogni volta che non succede ciò che ci aspettiamo, il che ci porterà lentamente ad una condizione di perenne insoddisfazione con conseguenze disastrose per la qualità generale della nostra vita (scatti di rabbia, disturbi del sonno, irritabilità), oppure utilizzare quello che ci succede come “motore” per il raggiungimento dei nostri obiettivi.

Quando la maternità diventa difficile

Una coppia che “decide” di avere un figlio ma vede costantemente negato il proprio desiderio si trova costretta a confrontarsi con intense emozioni di frustrazione, impotenza, rabbia e dolore dinnanzi a quello che viene troppo spesso vissuto come un impedimento di tipo punitivo (“se succede a me evidentemente lo merito”).
Di conseguenza la vita di questi aspiranti genitori comincia a ruotare intorno ad un unico tema che arriva a permeare ogni angolo della mente e ogni minuto della giornata; innnumerevoli visite mediche da altrettanti ginecologi “bravissimi”, la sessualità di coppia che perde lentamente la piacevolezza dell’incontro per trasformarsi nel “dovere” di assolvere un compito, i quindici giorni successivi all’ovulazione vissuti alla ricerca di presunti segnali di avvenuto concepimento, tristemente sconfermato dinnanzi all’arrivo inesorabile del ciclo mestruale.
Tutto ciò trascina passo dopo passo la coppia in una spirale di speranze e sconfitte che spesso portano a sminuire anche il proprio valore come individui e come coppia.
Arrivati a questo punto diventa molto difficile “passare oltre” senza l’aiuto di un professionista.
Ciò che purtroppo nessuno dice a queste coppie é che accogliere le proprie emozioni favorisce l’apertura di uno spazio affettivo e mentale di “fertilità” e condivisione fondamentale all’”attecchimento” della vita, in qualunque modo essa decida di raggiungerci.
La presa di coscienza delle motivazioni che stanno alla base delle proprie sofferenze, infatti, unita ad un ascolto e ad un’elaborazione delle stesse, rimane l’unica via per accompagnare i futuri genitori (in particolare la donna “colpita” in quella che viene storicamente considerata la capacità femminile per eccellenza) a prendere serenamente e consapevolmente le decisioni in merito alla realizzazione della desiderata genitorialità, sia che essa avvenga attraverso un percorso di procreazione medicalmente assistita che mediante un’adozione o un affido.
Non è improbabile anche l’insorgere spontaneo di una gravidanza durante il percorso di elaborazione, proprio perchè spesso ciò che si traduce in un impedimento fisico al concepimento racchiude una voce infantile inascoltata che ha solo bisogno di sentirsi “accolta” e decolpevolizzata per poter smettere di “protestare”.
Fornire a queste donne un’opportunità per imparare ad ascoltare le proprie emozioni, aiutandole ad accogliere ed elaborare il proprio senso di fallimento, permetterà loro di rivisitare la propria storia personale collocandosi rispetto ad essa in una posizione attiva e centrale, invece che “nell’angolo della vergogna”, nel quale spesso si sentono prigioniere.
Prima ancora di crearsi nell’utero materno, infatti, la vita nasce nella mente e nelle emozioni dei futuri genitori, i cui trascorsi infantili non elaborati possono decidere di esprimersi nell’età adulta attraverso il corpo, che improvvisamente si scopre incapace di procreare in modo autonomo.

About Ester Canidio

Mi sono laureata in Psicologia Clinica e di Comunità e conseguentemente specializzata in psicoterapia presso l’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica dell’Infanzia e dell’Adolescenza di via Bronzetti a Milano (Psiba). Sono iscritta all’Ordine degli Psicologi della Lombardia con n. 11335.