Psicoterapia dell’adolescenza

Le più recenti statistiche collocano la fine del periodo adolescenziale intorno ai 25 anni, il che ci dice molto delle fatiche che comporta il “diventare grandi” in una società come la nostra.

L’adolescente ha infatti l’arduo compito di attraversare il tortuoso fiume che lo traghetterà dall’idea di sé proveniente dall’infanzia alla costruzione finale della propria identità adulta.

La ricerca scientifica ha evidenziato come il cervello per tutta la durata dell’adolescenza sia impegnato a “tagliare” circa il 40% dei collegamenti tra sinapsi creati durante l’infanzia. 

Estremamente preziosa in questo “riordino” risulta la vicinanza dei coetanei con i quali condividere la paura di “non essere in grado” dinnanzi a richieste ambientali sempre più pressanti (scuola, genitori, sport).

Psicoterapia dell’adolescenza

Al di là dei motivi che portano un adolescente ad intraprendere un percorso di psicoterapia (disturbi del comportamento alimentare, ritiro sociale, ecc.) l’approccio che io propongo al futuro giovane adulto consiste prima di tutto nel condividere la possibilità di sostare ancora un pò in quel “rispecchiamento narcisistico” ben tollerato dall’ambiente nell’infanzia ma poco gradito in età più avanzata (“ormai sei grande…”).

Lo psicologo attraverso un ascolto attivo e non giudicante, accompagnerà il giovane paziente in un percorso di confronto così necessario a questa età per scoprire se stesso attraverso un nuovo sguardo, diverso da quello genitoriale che troppo spesso richiama un’immagine di sé infantile.

La terapia diventerà quindi la base sicura da cui partire per esplorare le nuove risorse appena scoperte e alla quale tornare quando emerge il bisogno di “ritrovarsi”.

In questo viaggio di andate e ritorni l’adolescente lentamente sceglierà “la propria pelle” e ne farà la nuova personale identità adulta da portare nel mondo.